26/03/2009
Grave incidente sul lavoro al porto container: sciopero e duro commento delle Fit in un comunicato stampa.
Ancora un incidente grave sul lavoro avvenuto nel Porto Container: duro commento della Fit.
COMUNICATO STAMPA

Grave incidente avvenuto questa mattina nel Terminal di Cagliari.
Un Container movimentato dalla RTG durante la fase di sollevamento, a circa 8 metri da terra, si è staccato dagli spreeder, i blocchi di aggancio, cadendo sopra una ralla di traino e schiacciando letteralmente la cabina.
L’autista, un lavoratore portuale della CLP,è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale marino, fortunatamente non è in pericolo di vita.
Questa è la situazione a distanza di qualche ora dall’incidente.
Le OO.SS. FILT CGIL FIT CISL E UILTRASPORTI dichiarano 24 ore di sciopero a partire da questa notte.
Lavorare per vivere o rimanere in vita per lavorare?
Di lavoro si muore….perché di precarietà si vive !!
Sono alcune delle domande che in questo momento si stanno ponendo i lavoratori portuali del Porto Canale di Cagliari.
16 MORTI NEL 2007, 50 infortuni al giorno e 3 morti al mese. È il tragico bilancio degli incidenti sul lavoro in Sardegna.
Secondo i dati, provenienti dal Rapporto annuale della Direzione regionale dell'Inail, l’Isola non si discosta dalla media nazionale ma le tre morti bianche per mese registrate nel 2007 la collocano tra le regioni a più alto rischio. Gli ultimi dati per quanto riguarda il 2008 ci danno una flessione del 3% rispetto al 2007.
TRE MORTI DALL’INIZIO DEL 2009. A distanza di qualche mese dall’incidente che ha visto morire un’altro lavoratore portuale, per non parlare di coloro coinvolti in incidenti con menomazioni fisiche permanenti, la Fit Cisl fa punto della situazione.
Pensavamo che l’entrata in vigore del DLgs 81/2008 fosse una sorta di pioggia liberatrice dalle polveri e nebbie burocratiche che aleggiavano sull’argomento sicurezza. A quanto pare non è cosi.
Rabbia ed impotenza ci pervadono, abbiamo leggi, procedure e sanzioni ma la gente continua a morire e a
farsi molto male.
Occorre rendere operativi in tutti i posti di lavoro percorsi formativi veri, tangibili, legati in particolar modo alla pratica, non fatti di qualche ora o di certificazioni con timbro.
Il rischio va percepito, bisogna dotare i lavoratori di strumenti logici e percettivi indicatori di pericolo potenziale.
Occorre sanzionare le aziende che non investono in sicurezza, che non promuovono corsi o pretendono l’assunzione del rischio da parte del lavoratore.
Le imprese devono applicare tutte le regole sulla sicurezza e rispettare le procedure anche se si rallenta la produzione.
L’Autorità portuale deve controllare quotidianamente che i protocolli vengano rispettati e sanzionare chi non lo fa, nonché applicare gli accordi sottoscritti.
Analizzando il problema in casa nostra credo che un’importante tema come la sicurezza nei porti, ( citiamo anche il porto storico di via Roma, non solo il porto canale) vadano portati all’attenzione dei massimi rappresentanti istituzionali che amministrativi e debbano essere assunti in tempi brevissimi.
Dobbiamo spezzare in ogni modo l’incubo delle morti sul lavoro e degli incidenti che si ripropongono con inaccettabile frequenza all’interno delle strutture portuali.
Non è più tollerabile accettare quello che è divenuta un’emergenza primaria, è necessario avviare un osservatorio sulla sicurezza nei porti capace di mettere attorno allo stesso tavolo tutti gli interlocutori con il preciso intento di monitorare il lavoro e l’organizzazione nei porti.
AUTORITA’ PORTUALE, CAPITANERIA, I.S.P.E.S.L., ASL, COMITATO IGIENE E SICUREZZA, è arrivato il momento che ognuno di essi debba assumersi le proprie responsabilità e fare la sua parte.
La sicurezza dei lavoratori non è un optional sul quale bisogna discutere, bensì l’elemento cruciale di ogni processo produttivo- non può esserci efficiente produttività e qualità laddove siano presenti incontrollate insidie che mettono a rischio quotidianamente la vita dei lavoratori.

Corrado Pani Segretario Regionale Fit Cisl