10/07/2009
Un corteo di 20000 lavoratori attraversa la città di Cagliari: rabbia ma anche tanta voglia di uscire dalla crisi
Sono stati oltre ventimila i partecipanti allo sciopero e alla manifestazione indetta da CGIL CISL UIL. Un corteo con tante bandiere del sindacato unitario e tanti striscioni portati dai lavoratori e dai pensionati.
La Sardegna vera, quella che soffre, lavora e lotta per superare la crisi; quella che non partecipa a feste ma si impegna seriamente per affrontare i problemi quotidiani. Il carovita, la disoccupazione, i servizi sociali che mancano.
La Cisl era presente con tante bandiere, volantini, slogan e tante sofferenze, ma la voglia di partecipare e di ribellarsi era forte, palpabile: da un corteo così partecipato non possono non scaturire risposte positive. Bisognerà lottare ancora per far capire al Governo nazionale e a quello regionale che è ora di rimboccarsi le maniche per essere pronti quando la crisi finirà e rilanciare lo sviluppo e l'occupazione. L'abbiamo detto in tante assemblee: senza un'industria forte, moderna, efficiente e pur rispettosa dell'ambiente e della sicurezza dei lavoratori, non ci può essere vera ripresa economica e sociale. Proprio nel giorno della manifestazione, ha attraccato al porto una grande nave - crociera: è un bene ma non basta. Non basta il turismo ed il terziario. Qualcuno vuol risospingere l'isola verso il sottosviluppo, ma il sindacato, le associazioni di volontariato presenti, la Chiesa, il mondo della politica non si possono arrendere.
Tanti lavoratori delle aziende in crisi: dal petrolchimico di PortoTorres, ai lavoratori di Portovesme e di Ottana, ma anche tanti rappresentanti del mondo del lavoro cagliaritano, fatto di industrie e di servizi. Erano presenti i lavoratori dell'UNILEVER, fabbrica modello chiusa per scelte della multinazionale, ma tanti lavoratori in mobilità o cassa integrazione in deroga (alcuni con reddito di 400 euro mensili); Scaini, AIAS, i lavoratori della formazione, Ecoserdiana, tanti lavoratori edili, chimici, elettrici, metalmeccanici, con le loro bandiere con i quattro mori. E poi anche i lavoratori agricoli e dell'agroindustria, i pensionati, i lavoratori della FISTEL, delle POSTE, delle BANCHE, della scuola, e tanti del pubblico impiego, dei trasporti, dei medici, dell'UGC, del commercio e dei servizi. Colorita e vivace la presenza degli immigrati dell'ANOLF a testimoniare i problemi delle comunità che lavorano e producono in Sardegna e che sono stati oggetto di provvedimenti del Governo dal vago sapore razzista. Insomma, una partecipazione corale. Tanti sono arrivati in piazza e non hanno potuto ascoltare i comizi dei segretari generali del sindacato. Mario Medde ha detto; il popolo sardo non è un'invenzione ed è qui in piazza composto ma deciso a vincere la battaglia del lavoro e dello sviluppo.
Ma questa iniziativa non può rimanere isolata, bisogna dare continuità e rispondere con i fatti concreti e con i risultati a tanto impegno. Non bastano gli ammortizzatori sociali in deroga, pur necessari. Ci vogliono investimenti che diano lavoro stabile e dignitoso alla nostra terra, colpita da disoccupazione, povertà e nuova emigrazione.
Nelle prossime settimane si dovrà raddoppiare l'impegno !!! Non possiamo deludere tanta gente.