27/01/2015
UN’ORGANICA RIFORMA DEI SERVIZI PER IL LAVORO IN SARDEGNA
Indipendentemente dalle scelte che verranno adottate dal Governo centrale e dalla soluzione che si andrà a individuare, le politiche attive per l'occupazione in Sardegna devono essere accompagnate al più presto da una riorganizzazione dei servizi per l'impiego e da una semplificazione delle regole. Con questa richiesta, a nome della Cisl, il segretario regionale Ignazio Ganga, riporta all'attenzione della Regione il problema dei servizi per il lavoro . "Solo un attento processo di riforma dei servizi per il lavoro potrà ridare ossigeno - secondo il sindacato - al mercato del lavoro isolano ed evitare che oltre 21 mila giovani sardi e alcune miglia di aziende, interessati a “Garanzia giovani”, scoppino” sotto una montagna di adempimenti burocratici". Le rilevazioni Istat ( tasso occupazione 48,5%, tasso disoccupazione 19,1%, tasso di disoccupazione implicita 32,2%, disoccupazione giovanile 54,2%) confermano la preoccupazione della Cisl sarda, considerato che anche la nostra regione non sfugge al dato nazionale che vede bussare ai centri per l’impiego solamente il 33% di chi cerca lavoro, ma soprattutto che solamente il 3,1% delle assunzioni annuali è passata attraverso i CPI. "Oggi in Sardegna, infatti, l'informazione, l'orientamento, l'incontro tra domanda e offerta e, soprattutto, il raccordo fra politiche attive e politiche passive per l’occupazione - aggiunge Ganga - sono attività non ancora strutturalmente praticate. Non c’è da meravigliarsi: appena lo 0,03 % del PIL italiano nel 2011 è stato investito in servizi pubblici per l’impiego, meno di 1/10 di Germania e Regno Unito, 1/20 della Danimarca. La disoccupazione giovanile al 43% nel nostro Paese è frutto anche di questa trascuratezza". Secondo il sindacalista Cisl le risorse messe in campo in questi anni, dunque, non sono state sufficienti per riorganizzare le strutture che l'esperienza consiglia di riordinare attraverso una riforma dei servizi capace di proporre una nuova Governance più efficace, attraverso un rinnovato modello organizzativo. Ganga chiede " Un sistema pubblico, rinnovato nelle funzioni e nei poteri, che, a partire dall'accerta-mento dello stato di disoccupazione, accompagni le politiche per il lavoro e in particolare le misure da adottare per stimolare l'assunzione dei giovani, delle donne e dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, compensando l’attuale complesso reticolo di burocrazie e adempimenti, che spesso disincentivano misure importanti (pensiamo all’apprendistato). Un’architettura dei 30 CPI sardi - continua Ganga - capace di fornire indirizzi e strategie al territorio. I centri per l’impiego registrano il notevole impegno individuale degli operatori, alle prese con problemi annosi di precarietà ( circa 370 lavoratori) e del riconoscimento delle professionalità dei cosiddetti “impiegati storici”.