22/01/2016
Le Città metropolitane al centro dell’economia europea, adesso l’area vasta Cagliaritana ha la possibilità di crescere e svilupparsi.
Negli ultimi decenni si è registrata una considerevole espansione delle regioni metropolitane, che rappresentano attualmente la principale forma di insediamento umano. Le regioni metropolitane sono importanti non solo per la popolazione che vi risiede ma soprattutto per il ruolo che svolgono nel sistema economico globale. Nel contesto della crescente integrazione economica, le grandi aree urbane si configurano come territori competitivi per eccellenza, motori delle economie nazionali e dell’economia globale.
Diversi studi, come quelli dell’Ocse, tendono ad evidenziare come oggi nelle aree metropolitane sia concentrata una quota consistente (oltre il 50%) del PIL globale.
Nel contesto Ue, oltre due terzi del PIL sono generati nelle regioni metropolitane.
La Cisl Cagliaritana ha sempre sostenuto con impegno l’idea della Città Metropolitana, dichiara il segretario generale Mimmo Contu, perché, in base alle nuove stime economiche , essendo la produttività di un paese determinata in larga parte dalla produttività delle sue maggiori città, il perseguimento della competitività nelle grandi regioni urbane è diventato un obiettivo chiave delle politiche e delle strategie locali e nazionali.
Rispetto a questo obiettivo, si è resa evidente la necessità di politiche e interventi complessi e integrati, di un sistema di regolazione e pianificazione di ampio raggio.
Adesso si tratta di lavorare unitariamente, insieme alla Cgil e alla Uil, per sollecitare il sindaco della città capoluogo a mettersi a capo di questa importante opportunità per il futuro dell’area Cagliaritana.

Segue il documento unitario di Cgil, Cisl, Uil Cagliari.

Una richiesta di confronto, per iniziare a intrecciare i rapporti tra nuovo ente e parti sociali e, magari, arrivare a stilare un piano delle priorità per far sì che la Città Metropolitana si trasformi in tempi stretti in una grande opportunità di crescita economica e sociale per l’intero territorio. E’ quanto chiedono i segretari Cgil, Cisl e Uil di Cagliari Carmelo Farci, Mimmo Contu e Gianni Olla, in prima battuta al sindaco Zedda, per ragionare anche su come ampliare e codificare il confronto con gli organi che costituiscono la Città Metropolitana.

I sindacati sono soddisfatti dell’approvazione del nuovo ente, che può e deve rappresentare “un punto di svolta dal quale ripartire per costruire politiche e scelte di indirizzo integrate in un territorio differenziato e ricco di potenzialità inespresse”. Cgil, Cisl e Uil pensano alle opportunità di lavoro che quelle scelte potranno creare nei diversi settori, secondo “un piano di sviluppo equilibrato che valorizzi le numerose e differenziate vocazioni economiche diffuse nell’area vasta, dai settori industriali fino ai comparti agroalimentare, dei trasporti e del turismo, della cultura e della valorizzazione ambientale”.

L’auspicio è che si crei una sinergia tra i diversi soggetti che concorrono a governare i processi di sviluppo, “anche in riferimento alle quantità di risorse pubbliche da investire, un’opportunità unica che dobbiamo tutti saper cogliere e mettere a frutto in tempi stretti”.

Fra i temi da discutere prioritariamente poi, ci sono la gestione integrata dei servizi, i trasporti, l’istruzione, le politiche di inclusione sociale e quelle di accoglienza e integrazione dei migranti: argomenti sui quali intervenire anche per colmare eventuali disomogeneità tra le diverse realtà che compongono l’area vasta. L’obiettivo è l’integrazione reale, funzionale al soddisfacimento dei bisogni dei 450 mila residenti e di tutti coloro che per svariati motivi ogni giorno hanno come punto di riferimento spazi e servizi dell’area metropolitana.

“In questi ultimi anni – concludono Cgil, Cisl e Uil - anche il nostro territorio ha subito pesantemente i riflessi della crisi e, oggi più che mai, è arrivato il momento di superare le fragilità economiche mostrate, potenziando il tessuto economico esistente ma anche favorendo la costruzione di nuove realtà produttive, in particolare nei settori innovativi per i quali è sicuramente determinante la presenza dell’università e di importanti centri di ricerca”.