12/09/2017
Coordinamento Industriale Cisl : "Senza un sistema industriale evoluto la Sardegna “cenerentola” per sempre"
La ripresa della crescita nell’Isola presuppone una solida base industriale, condizione indispensabile per uno sviluppo di lungo periodo e una nuova strategia produttiva mani-fatturiera, per contrastare il rischio di deindustrializzazione e un calo del settore in Sar-degna, portandolo a fanalino di coda dell’intero Mezzogiorno. “Al territorio regionale – ha detto il segretario generale Ignazio Ganga nella riunione odierna del coordinamen-to industria – serve una via alta allo sviluppo. Senza un sistema industriale evoluto la Cisl dubita che possa essere raggiunta una nuova modernizzazione dell’Isola”. L’Istat ha registrato per la Sardegna un’ulteriore discesa del PIL nell’ultimo anno pari al -0,7%, il peggior dato a livello nazionale, ben al di sotto rispetto alla media del Paese (+0,7%), ma anche dello stesso Mezzogiorno (+1,1%). La principale causa di questo peggioramento è proprio da rinvenire nel settore industriale. Negli ultimi 9 anni l’industria rivela in Sardegna un pesantissimo decremento dell’incidenza sul complesso dell’economia regionale, passando dal 22,3% del 2005, al 17,5% del 2010 fino al recente 12,2%. Decremento speculare nei due macrocomparti, il manifatturiero in senso stretto (che passa da 14% a 7,5% nello stesso arco temporale e le costruzioni che passano dall’ 8,4% al 4,7%). Secondo la Cisl sarda, la minore incidenza del settore è determinata dalla caduta libera del valore aggiunto registrata nel periodo 2008 (primo anno della crisi) – ad oggi, che rivela per il complesso dell’economia un calo dell’11% mentre, per il settore industriale una riduzione pari al 66,8%. Nel contempo, il settore primario - agricoltura e agroalimentare - perde il 6,3% e i servizi si mantengono stabili. Se si considera l’industria in senso stretto, al netto delle co-struzioni, il peso del comparto (7,5%) è superiore solo alle regioni Calabria e Sicilia (siamo quindi terz’ultimi su base nazionale) con uno distacco di oltre 3,5 punti percen-tuali rispetto alla media del Mezzogiorno e, purtroppo, a distanza siderale dalla media nazionale del 18,7%. Con questi dati è forte, per la Cisl, la necessità di un nuovo progetto di Sardegna indu-striale. “La costante situazione preoccupante sollecita la necessità - ha aggiunto Ganga nella relazione - di dare gambe a una nuova stagione di politiche produttive per l’Isola, che presupporranno nuove strategie e risorse utili a sostenere interventi adeguati così da aiutare la sopravvivenza e l’evoluzione di questo settore fondamentale per il futuro della nostra terra”. “Ci sembra – ha detto Ganga - che l’Amministrazione regionale faccia fatica a esprimere una politica industriale che vada oltre la strategia difensiva dell’esistente, caratterizzata più sulla gestione delle crisi che sulla promozione di un modello nuovo per il superamento delle difficoltà imposte dall’attuale congiuntura. Serve pertanto una nuova determinazione per non dover assistere impotenti al declino dell’apparato industriale sardo che da una parte registra la scomparsa di interi settori (vedi il tessile della Sardegna centrale) e che coinvolge, in attesa di risposte, importanti realtà produttive dei poli industriali di Porto Torres, Portovesme, Assemini, Ottana, Arbatax, ma anche l’Oristanese, il Medio Campidano e la stessa Gallura. Una condizione che dovrà al più presto superare l’attuale situazione di stallo del comparto che testimonia l’inadeguatezza delle soluzioni fin qui adottate”. Ai lavori del coordinamento regionale industria ha partecipato anche il segretario con-federale Angelo Colombini, che ha indicato la necessità di creare un sistema che concili industria e ambiente. L’utilizzo del metano riduce al minimo le emissioni di CO2, può rilanciare la chimica verde a Portotorers e abbattere il costo dell’energia, palla al piede dell’economia sarda. Colombini ha altresì indicato l’urgenza di “greenizzare” anche l’OIL delle raffinerie operanti in Sardegna con la produzione di carburante non inqui-nante e dare il via al recupero ambientale dei siti inquinati. L’Ufficio Stampa Cisl