09/05/2007
Tavolo di concertazione con la Provincia sulla formazione. Una nota della Cisl di Cagliari
FABBISOGNI FORMATIVI
Provincia di Cagliari

Si è tenuta una riunione tra la Provincia e le parti sociali sull'identificazione dei fabbisogni formativi in provincia di cagliari. La Provincia ha presentato una bozza di documento. Di seguito la nota che la segreteria della Cisl ha inviato, come suo contributo.

NOTA CISL CAGLIARI
Il rilancio di una fase di concertazione tra la provincia di Cagliari e le organizzazioni sindacali e le associazioni degli imprenditori, in merito alla programmazione a livello provinciale della formazione professionale e all’identificazione dei fabbisogni formativi, costituisce sicuramente una buona prassi, anche in considerazione delle nuove competenze attribuite alle Province.

Va peraltro rilevato che avviare una fase di concertazione necessita di molto più tempo di quello concesso, anche per poter meglio studiare le dinamiche e i lavori di analisi condotti e poter così formulare gli adeguati suggerimenti e proposte.

Una consultazione limitata ai fabbisogni per il prossimo semestre, sarebbe probabilmente riduttiva, oltreché affrettata.

E’ dunque necessario ed utile programmare nel tempo e con più tempo a disposizione ulteriori confronti con le parti sociali, in relazione alla formazione professionale e alla formazione continua.

Pur comprendendo la fretta indotta da richieste della Regione Sarda, a parere della Cisl, va costruito un tavolo permanente che faccia un monitoraggio ed una verifica continua sul campo, utilizzando le metodologie adottate e riconosciute al livello nazionale nelle più recenti indagini sui fabbisogni formativi, supportato da una commissione tecnica permanente, costituita ad hoc e formata da esperti di ogni organizzazione.

Il lavoro presentato dalla provincia di Cagliari, lodevole e apprezzabile, ha però utilizzato come unica fonte la ricerca del CENSIS, mentre si è assolutamente trascurata l’analisi dei bisogni formativi, sempre finanziata dal POR Sardegna, prodotta da un ATS, costituito da Fondazione Confartigianato - EBAS – OBR – ERFAS - R&I – SPIN - Osservatorio Economico - Consorzio MIPA – CESPIM (della quale fanno parte il sindacato confederale, la Confindustria,l’API Sarda, le associazioni dell’artigianato). Infatti, l'associazione temporanea di scopo è stata appositamente costituita per la realizzazione del progetto n.021609 a valere sul P.O.R. Sardegna 2000-2006, Misura 3.5 - Scheda A, che prevede la realizzazione di una banca dati per il monitoraggio del fabbisogno formativo.

La peculiarità di questa ricerca, senza voler naturalmente sminuire le altre ricerche di alto valore, è quella di aver tenuto conto proprio degli strumenti (come quello degli enti bilaterali) che, a nostro avviso, sono i migliori termometri per misurare i fabbisogni. Si tenga conto che le risorse per lo 0,30 dei fondi interprofessionali sono utilizzati per la formazione continua ma anche per il monitoraggio dei fabbisogni formativi.

La bilateralità si sta ormai affermando come il modo più idoneo per studiare, analizzare i fenomeni del lavoro e poi procedere all’elaborazione di proposte.

. In linea. di massima, si dovrebbe anche delineare quale è il modello di sviluppo condiviso, verso il quale si intende indirizzare le risorse a disposizione e quindi identificare i filoni dell’occupazione, meritevoli di attenzione da parte delle politiche formative.

Tali filoni andrebbero anche collegati con quanto già elaborato nell’ambito della progettazione integrata, in modo da agire, nell’ambito della formazione, in maniera coerente con le scelte strategiche, già adottate.

La Cisl ritiene che l’economia della provincia di Cagliari debba essere integrata: a fianco del turismo, commercio e dei servizi che sono i filoni verso i quali si indirizza la massima parte della nuova occupazione (si pensi al fiorire dei call center di cui Cagliari è una delle capitali nazionali, anche per numero di addetti), andrebbe sviluppata una presenza dell’industria moderna, da affiancare a quella già esistente, mentre un altro filone di occupazione importante è dato dalla sviluppo della portualità, in specie quella dei containers. Accanto, si dovrebbe sviluppare un’adeguata politica di valorizzazione dei beni culturali e di una moderna agricoltura.

Se questo è lo scenario ipotizzabile, a nostro parere, le risorse per la formazione vanno indirizzate per incrementare la qualità del lavoro in quei settori.

Il pericolo è infatti, come ipotizzato anche nel documento elaborato dalla provincia, che la richiesta di occupati senza qualificazione (nel rapporto si afferma che la richiesta di lavoro nella provincia di Cagliari si indirizza verso qualifiche di scarso rilievo), porti ad un’occupazione effimera.

Una formazione diretta ad operatori di call center che non siano solo telefonisti, magari anche indirizzata verso i lavoratori che sono stati stabilizzati attraverso la normativa sull’emersione dei collaboratori dei call center; ad operatori del turismo che non siano solo camerieri, a guide turistiche, gruisti e addetti alla navigazione od operatori degli aeroporti potrebbe affiancare quella diretta a costruire professionalità richieste nel settore industria, spesso costretto a ricorrere a ditte continentali per lavori qualificati. Basti pensare all’area delle aziende metalmeccaniche di Sarroch e Macchiareddu o alla costruzione e rilancio delle professionalità nel settore edile che continua comunque ad essere un settore trainante per l’occupazione della provincia di Cagliari.

Resta naturalmente il grande problema dell’occupazione e della formazione continua ( con interventi da integrare con quelli dei Fondi interprofessionali) per adulti e per i disoccupati di lunga durata. E’ ben noto il fenomeno per il quale chi perde un’occupazione in età avanzata rischia di non rientrare più nel mondo della produzione. Per questo bisogna costruire appositi momenti di formazione mirata per il reinserimento delle fasce deboli del mercato del lavoro (ultraquarantenni, immigrati, donne), puntando anche su una formazione di base (informatica per esempio, ma non solo), anche perché una ricollocazione nel mercato è più facile per chi ha una cultura generale più sviluppata.

Altro problema di assoluta evidenza è la difficoltà di accedere alla formazione per i lavoratori atipici. In Provincia il fenomeno è di dimensioni enormi: si pensi che al Fondo lavoratori parasubordinati dell’INPS, sono iscritti, a Cagliari, circa 50000 persone dato che, pur tarato da mancate cancellazioni, doppie posizioni e da quelle dei professionisti, evidenzia la drammaticità del problema del lavoro atipico. Questi lavoratori, oltre ad essere danneggiati sul piano della stabilità e della previdenza, non possono essere beneficiari di una formazione continua, perché costosa e perché si tratta di persone non incardinate all’interno di strutture produttive solide e numericamente rilevanti e quindi non strutturate per dare una formazione che è invece è ancora di più necessaria. Si possono costruire interventi di formazione orizzontali, basati sulla tipologia di lavoro dei collaboratori o dei lavoratori somministrati.

Infine, una formazione professionale, specie per i laureati e per le alte professionalità, non può prescindere dal coinvolgimento dell’Università, pur tenendo conto che in questo campo vi sono fonti di finanziamento con risorse cospicue, già spendibili e che spesso gli interventi dell’Università prescindono e non sono integrati con l’attività della Provincia. Andrebbe costruito un rapporto di integrazione con l’Università di Cagliari. L’aumento del numero dei laureati deve corrispondere poi ad uno sbocco occupazionale concreto, pena l’aumento delle frustrazioni nei giovani.

Un’altra osservazione: affrontare il problema della formazione a livello provinciale, deve andare di pari passo con quello del buon funzionamento dei servizi per l’impiego, pubblici e privati, e della possibilità di mettere in rete tutte le informazioni per costruire una banca dati completa, che rappresenti la migliore analisi dei fabbisogni formativi.

Né si può prescindere dalla valorizzazione della professionalità dei lavoratori della formazione professionale.

Queste brevi note evitano, volutamente, di entrare nel dettaglio delle proposte formative, che sono da delineare attraverso l’apposito tavolo tecnico, nel quale coinvolgere gli operatori del settore.


Cagliari 9 maggio 2007


Il Segretario Generale
Fabrizio Carta