10/06/2008
Sintesi assemblee per la riforma modello contrattuale.
Resoconto assemblee su riforma modello contrattuale.

Nel territorio di Cagliari, le assemblee dei lavoratori e dei delegati sulla proposta di riforma del modello contrattuale sono state precedute da un attivo dei direttivi unitari, mentre, nella Provincia del Medio Campidano la questione è stata affrontata in una riunione unitaria alla quale hanno partecipato 150 delegati, con le conclusioni affidate alla segretaria regionale della Cisl, Oriana Putzolu.
A Cagliari, sono state organizzate assemblee, alle quali ha preso parte la segreteria della UST nei seguenti settori:
·Edilizia
·Metalmeccanici
·Chimici e lavanderie industriali
·Bancari
·Postali
·Commercio e Pulizie
·Scuola
·Pubblico Impiego
.Telefonici
La partecipazione complessiva si può stimare intorno alle 5000 persone ed in linea di massima l’orientamento è stato favorevole al documento unitario.
Tuttavia alcune considerazioni si sono ripetute nelle diverse assemblee.

·La preoccupazione per un livello salariale e pensionistico, in alcuni casi, al di sotto della soglia di povertà
·La necessità che il processo di riforma del modello contrattuale vada di pari passo con l’aumento delle detrazioni fiscali a favore del lavoro dipendente e con un controllo delle tariffe pubbliche e private e dei prezzi.
·La necessità che l’inflazione, nemico numero uno dei lavoratori e dei pensionati, sia tenuta sotto controllo.
·Per dare risposte concrete ai lavoratori e ai pensionati, vanno, dunque, tenuti strettamente collegati e connessi i due documenti “per valorizzare il lavoro e far crescere il Paese” e quello sul modello contrattuale.
·Circa il secondo livello di contrattazione, è emersa la preoccupazione che, in una regione come la Sardegna, con aziende piccole e sottocapitalizzate e di bassa produttività, essa non possa venire applicata in modo diffuso. Da qui l’esigenza di difendere, specie nei settori più deboli, il livello nazionale. L’estensione del secondo livello non può che essere un qualcosa di aggiuntivo rispetto al salario nazionale e deve essere il modo di far partecipare anche il lavoratore ai buoni risultati delle aziende. D’altro canto è emersa con forza l’esigenza di rilanciare lo sviluppo del territorio come unico modo per far crescere la ricchezza e poterla così ridistribuire ai lavoratori.
·La valutazione sui primi provvedimenti del Governo, pur non negativa a priori, appare comunque prudente sia perché non incidono sulle aree e sui certi più disagiati, sia perché non è chiaro in che modo possano essere recuperate le risorse, perse dai Comuni con l’abolizione dell’ICI. Vi è il fondato timore che aumenti la tassazione locale.
a cura della cisl Cagliari