07/08/2008
Sicurezza sul lavoro: una analisi della Cisl di Cagliari sull'andamento degli infortuni.
Infortuni sul lavoro – Nota di Fabrizio Carta segretario Generale Cisl Cagliari

La lettura dei dati sugli infortuni sul lavoro, pubblicati recentemente sul sito dell’INAIL, merita qualche considerazione, anche alla luce di quanto affermato dal sottosegretario Castelli.

Infortuni sul lavoro in genere
Gli infortuni sul lavoro nella provincia di Cagliari, nel corso del 2007, si sono attestati sulla cifra di 8361, con una diminuzione di 150, in termini assoluti, pari al 1,8%, rispetto al 2006. Il trend è simile a quello regionale sardo ( – 0,9%) e nazionale (– 1,7%) ed è in linea con quanto accaduto nel 2005. Vi sono stati, dunque, 727 infortuni in agricoltura (pari al 8,5% del totale) con una diminuzione, rispetto al 2006, di 57 infortuni (- 7%), 7259 nel settore industria e servizi (87% del totale) in diminuzione, rispetto al 2006, di 44 casi ( – 0,6% ) e 375 nel settore Stato (pari al 4,5% del totale), con un calo di 51 infortuni (- 12%).
Per quanto riguarda i 7259 infortuni sul lavoro avvenuti a Cagliari nel settore industria/servizi, sono da ascrivere per il 29,8% al settore industriale vero e proprio, per il 15,1% all’artigianato, il 29,6% al terziario, il 15,4% ad altre attività, il 9,6% a settori non determinati. In Sardegna, il 27,4% nell’industria, il 20,2% nell’artigianato, il 27,5% nel terziario, il 15,4% in altre attività e il 9,4% in attività non determinate.

In linea di massima, i dati della Provincia di Cagliari, della Sardegna e dell’Italia, in termini percentuali, non differiscono di molto, salvo per una minore incidenza dell’agricoltura a Cagliari, rispetto alla regione. Vi è poi da registrare nel raffronto Italia Sardegna, la maggiore incidenza percentuale degli infortuni nei settori artigianato e terziario e questo indica chiaramente gli ambiti sui quali concentrare le iniziative.

Infortuni mortali
Tuttavia, se pur diminuisce il numero degli infortuni, rimane inalterata o, addirittura, aumenta la loro gravità. In Sardegna, infatti, gli infortuni mortali passano dai 30 del 2005 ai 36 del 2006 e sono, purtroppo, rimasti stazionari nel 2007. Identico è l’andamento nella provincia di Cagliari, dove si registrano 12 infortuni mortali nel 2007 come nel 2006, 11 nel 2005. In campo nazionale, gli infortuni mortali sono diminuiti di 171, in valore assoluto, con una riduzione pari ad oltre il 12%.

Gli infortuni mortali, in Sardegna, sono avvenuti, per la gran parte, nel settore industria e servizi (ben 32, 89%), gli altri 4 nel settore dell’agricoltura. A Cagliari il 100% degli infortuni mortali sono avvenuti nell’industria e servizi. In campo nazionale, 1058 incidenti mortali sono avvenuti nell’industria e servizi (90%) con una diminuzione, 98 in agricoltura (in forte calo), 14 nello Stato (+2 rispetto al 2006).

Sui 32 casi mortali, registrati nel corso del 2007 nel settore industria servizi, 11 (il 34%) sono accaduti nell’industria vera e propria, 10 nell’artigianato (il 31%), 7 nel terziario (il 21,8%) e 4 in altre attività. A Cagliari, invece, 7 morti nell’industria (58% sul totale), 2 (16,6%) nell’artigianato, 2 nel terziario (16,6%), 1 in altra attività. In campo nazionale, le percentuali sono ben diverse: Industria 39,5%, artigianato il 27,7%, il terziario il 23,4%.

Infortuni stradali
La caratteristica particolare della Sardegna, ma analoghe percentuali si registrano in campo nazionale e regionale, è l’alta incidenza degli infortuni stradali.
In agricoltura vi sono stati 92 infortuni nel 2007 (+ 5 rispetto al 2006) e ben 2 morti contro i 3 del 2006. Nel settore industria/servizi, gli infortuni stradali sono stati 2398 (sul totale infortuni la percentuale è stata del 16%), ma i morti sono stati ben 18 (oltre il 56% dei morti totali). Gli infortuni in itinere, in agricoltura, 34, di cui 1 mortale. Nel settore industria/servizi 1631, di cui 6 mortali. Per quanto riguarda la provincia di Cagliari, 31 infortuni nell’agricoltura (0 mortali), 1313, dei quali ben 6 mortali, nell’industria e servizi. In campo nazionale.
A questi incidenti, si devono aggiungere altri sette casi mortali registrati come infortuni in itinere, in Sardegna (6 nell’industria e 1 in agricoltura ). Di tali infortuni tre si sono verificati nella provincia di Cagliari.

Tirando le somme, tenendo conto che gli infortuni mortali, In Sardegna, nel 2007 sono stati 36, ben 27, cioè il 75%, sono quelli tra “stradali e in itinere” . Nella provincia di Cagliari gli infortuni mortali (stradali o in itinere) sono stati 9 – tutti nell’industria – pari ad percentuale del 75%.
Ciò dimostra quanto sia importante lavorare per la sicurezza non solo all’interno delle fabbriche e degli uffici, ( e su questo c’è tanto da lavorare), ma anche all’esterno.

Lavoratori atipici, stranieri, parasubordinati
I numeri degli infortuni mortali, in questo ambito, sono poco significativi, in Sardegna e a Cagliari. Per fortuna non si registrano morti sul lavoro tra i parasubordinati e interinali, mentre sono 2 i morti tra gli stranieri (in provincia di Sassari) e 3 tra gli apprendisti.
Tuttavia il dato degli infortuni appare in crescita in questi segmenti, a testimonianza della crescita dell’utilizzo di forme di lavoro atipico e della immigrazione, specie nell’edilizia nel Nord Sardegna.

Osservazioni finali
Sono, ancora, troppi i morti sul lavoro. Non consola il fatto che un’alta percentuale dei morti si registri sulle strade o in itinere, perché questo significa che mancano gli interventi strutturali sulle strade, mancano gli incentivi perché i lavoratori utilizzino il mezzo pubblico, in luogo di quello privato. Inoltre, si può collegare il fenomeno al fatto che i lavoratori magari sono costretti a fare troppi straordinari e ad orari non sempre agevoli o notturni. Ma se in campo nazionale il numero, almeno percentualmente, cala, ciò non avviene nell’Isola e a Cagliari: c’è quindi un’emergenza tutta sarda, pur a fronte di un mercato del lavoro che vede la presenza dell’industria sempre più ridotta, a causa dei numerosi fallimenti e chiusure di aziende anche produttive.

Il problema “sicurezza” (stradale o no) esiste e va affrontato con il massimo impegno da parte delle forze sociali e istituzionali e con provvedimenti ad hoc, commisurati alla particolarità della società sarda e cagliaritana e del suo tessuto produttivo basato, in larga misura, sulle piccole aziende e sulle società di persone e sulla diffusione del lavoro autonomo in alcuni settori, come per esempio l’agricoltura. Il potenziamento degli organici degli uffici preposti (Inail, Inps, Direzione regionale del lavoro) e il coordinamento della loro attività, la promozione della cultura della sicurezza nelle scuole e nelle università, la crescita del ruolo degli organismi bilaterali, specie nell’artigianato e nelle piccole imprese, la collaborazione da parte degli enti locali, l’informazione e la formazione dei lavoratori, non solo d’aula, il rafforzamento del ruolo dei rappresentanti aziendali e territoriali dei lavoratori per la sicurezza, rappresentano gli obiettivi sui quali impegnarsi: è assurdo che in una società basata sulla tecnologia, vi siano tutt’oggi morti sul lavoro.
Per quanto riguarda il sottosegretario alle infrastrutture, Castelli, bene farebbe ad occuparsi dello stato delle strade della Sardegna e a contribuire a favorire lo sviluppo del trasporto pubblico, specie su rotaia. Si eliminerebbero così un gran numero di morti sul lavoro.